Il continuo processo di trasformazione della costa legata allo sviluppo urbano e infrastrutturale, impatta profondamente con il suo equilibrio ambientale. Il territorio costiero, che è una componente essenziale dell’identità dei luoghi, continua a perdere capitale naturale e la sua alterazione è dovuta all’occupazione di superficie naturale. Il consumo di suolo delle fasce costiere, è uno dei problemi ambientali più urgenti al mondo che può avere dei risvolti negativi sull’ecosistema marino-costiero. Il progetto “Palermo da Costa a Costa”, cercherà di indagare e comprendere quali siano stati a Palermo le cause connesse all’uso improprio della costa e alla perdita di habitat naturali. Per approfondire la presentazione del progetto vai al seguente articolo.
Palermo da Costa a Costa. Organizzazione del team di lavoro
Il Team di lavoro è organizzato in due classi terze CAT del diurno e una classe quinta CAT del corso serale composta esclusivamente da adulti. Il progetto prevede l’uso delle tre classi per instaurare il confronto di idee e il dialogo tra generazioni diverse.
Il percorso inizia con l’istituzione di una Commissione Parlamentare Ambiente e Territorio presieduta da un Presidente, due vicepresidenti e una segreteria. Questa è composta da due segretari aventi la funzione prevista nell’art. 22 del Regolamento del Senato. Prendendo in considerazione la complessità delle tematiche trattate, i componenti del progetto sono a loro volta suddivisi in due Sottocommissioni a cui è stata demandata la trattazione di specifiche problematiche.
Compiti delle sottocommissioni sull’analisi costiera
In parallelo, e ciascuna per il proprio ambito di ricerca, le due sottocommissioni cercheranno di dare una risposta alle seguenti domande:
Qual è lo stato dell’arte sul consumo di suolo della fascia costiera comunale? Qual è l’occupazione di superficie originariamente agricola e naturale? Quali sono le dinamiche sociali-economiche-antropologiche che spingono verso il consumo del suolo costiero? Quali strategie possiamo usare per mitigare questo fenomeno?
I lavori dei gruppi sono stati coordinati da docenti incaricati di presiedere le due sottocommissioni durante le attività di ricerca. Al termine delle attività, ogni sottocommissione ha prodotto degli elaborati usando un format predefinito per la ricerca.
La nomina degli Esperti
Gli esperti invitati a partecipare nelle attività delle due sottocommissioni sono Dirigenti e Funzionari del Comune di Palermo, ricercatori del CNR e tecnici dell’ISPRA. Relativamente agli esperti del Comune di Palermo, le aree a cui essi afferiscono riguardano il settore urbanistica e il settore delle politiche ambientali. Per la parte CNR, è stato invitato l’Istituto per lo studio degli Impatti Antropici e la Sostenibilità ambientale (IAS), mentre per quanto riguarda l’ISPRA, la sezione che si occupa delle valutazioni di Impatto Ambientale.
L’analisi della Costa. I lavori della Prima e della Seconda Sottocommissione
La prima sottocommissione sull’ambiente si è occupata principalmente di analizzare i fattori di degrado e trasformazione della fascia costiera palermitana sotto il punto di vista degli habitat e dell’ecosistema costiero.
La seconda sottocommissione si è occupata della parte urbanistica e delle trasformazioni territoriali della fascia costiera. In entrambi i casi, l’attività di ricerca è stata supportata da diversi strumenti: dalle pubblicazioni di settore sul web, alla ricerca sul campo condotta da università e centri di ricerca.
Gli approfondimenti svolti dopo gli audit con gli esperti, hanno permesso ai gruppi di definire meglio l’indagine. I gruppi di lavoro hanno usato gli strumenti digitali, fotografie, iconografie, sistemi GIS con dati open-source e piattaforme online come Google Earth.
Infine, i risultati delle indagini raccolte in due presentazioni, offrono una idea chiara dei processi di trasformazione della costa.
Approfondimenti sulla Costa. L’Audit con gli esperti
L’aspetto più interessante sulle attività di lavoro affrontate dalle due sottocommissioni riguardano gli incontri con gli esperti. Gli audit effettuati tra gennaio e marzo, anche a più riprese, hanno condotto principalmente al dibattito tra giovani, adulti ed esperti sulle problematiche connesse alle due ricerche. In alcuni casi, come quello per il Comune di Palermo, l’audit svolto in modo congiunto tra esperti, permise di affrontare in modo trasversale la tematica trattata nell’indagine conoscitiva.
Gli incontri con gli esperti garantì durante gli audit l’iterazione tra le parti attraverso domande e risposte. Le sottocommissioni condivisero la maggior parte delle risposte. Altre restarono insolventi e anche se ritenute costruttive e aperte al confronto e al dialogo non soddisfarono le giovani generazioni.
Ogni attività di incontro è stata resocontata in modo da offrire una traccia alla due sottocommissioni per implementare l’attività dei lavori di ricerca.
Ascoltando gli stakeholders
Nell’ambito delle attività di ricerca, indagine ed esplorazione delle problematiche connesse al degrado del litorale palermitano non poteva mancare l’iterazione delle due sottocommissioni con gli stakeholders e la comunità locale. Il primo incontro, svolto agli inizi di marzo, è stato fatto con il presidente del Comitato Cittadino del Recupero del Golfo Di Palermo, sig. Francesco Pennino.
L’incontro con il Comitato è stato utile per approfondire gli aspetti antropici legati all’uso della fascia costiera da parte dei palermitani e non solo. Con una mostra fotografica in corso presso il centro commerciale Forum di Palermo dal titolo “Il mare della salute, da Sant’Erasmo all’Acqua dei Corsari, un tempo non molto lontano“, il Presidente in qualità di portavoce di questa associazione, che conta circa 9000 iscritti, ha raccontato alle sottocommissioni il legame esistente un tempo tra i palermitani e la costa come luogo di aggregazione e di relax.
Il secondo incontro è avvenuto a fine marzo con il Comitato Promotore del Contratto di Fiume e di Costa Oreto. I membri del Comitato, costituito dalle principali associazioni ambientali e culturali (WWF, Legambiente Sicilia, ItaliaNostra), docenti e attivisti, hanno avuto modo di interagire con le sottocommissioni facendo vedere quanto sia vitale il fiume Oreto per la sopravvivenza della flora e della fauna costiera, e soprattutto come il fiume e la sua foce nel passato ha interagito con le comunità locali che ricadono nell’ambito dei suoi due bacini idrici (Oreteo e Ponte Parco). E’ state anche un modo per fare conoscere agli studenti il funzionamento dell’economia basata sui sistemi produttivi fluviali (mulini, cartiere, ecc) e come i palermitani del secolo scorso interagivano con il fiume.
I sopralluoghi come attività propedeutica per l’indagine conclusiva e l’iconografia storica
L’attività di Audit è stata seguita da sopralluoghi sulla costa Nord e Sud di Palermo, per meglio comprendere quanto fin ora è stato appreso. Il sopralluogo svolto in sinergia con gli esperti invitati ha offerto a tutti e due i gruppi di lavoro la possibilità di conoscere affondo le problematiche trattate e soprattutto la consapevolezza di quanta ricchezza si dispone.
Lo stato di desolazione e degrado difficilmente si sposa con le immagini storiche del litorale palermitano negli anni ’60. Questa è la cosa che immediatamente ha colpito l’intero gruppo in visita ispettiva sui luoghi oggetto dell’indagine.
E solo grazie ai paesaggisti dell’800′ e alle prime fotografie ante guerre che possiamo avere una precisa immagine di quanto il legame tra la popolazione e il mare affonda le sue radici nel passato.
Il documento finale sull’indagine conclusiva
Tutto il lavoro durato circa 3 mesi, ha portato alla formulazione di un documento conclusivo dopo aver effettuato l’analisi dei luoghi. E’ possibile prendere visione di questo documento al seguente link.
Dall’indagine è emerso che la città ha visto stravolgere il suo assetto territoriale a causa di errate scelte di programmazione sull’uso del suolo costiero effettuate nel secolo scorso, che hanno alterato l’originario equilibrato assetto naturale ed urbanistico. La presenza delle discariche e la forte espansione urbanistica hanno causato una serie di eventi incontrollabili nell’ambiente costiero soprattutto della zona sud del litorale, fino a comportare modifiche nella struttura sociale urbana.
Sono state individuate, dal confronto tra le due Sottocommissioni unificate, alcune proposte risolutive:
- Decontaminazione e miglioramento dei livelli di naturalità dei siti costieri a vantaggio delle comunità biologiche della fascia costiera;
- Arresto del rilascio di sedimenti e materiali in mare in sinergia con progetti di re-impianto di Posidonia oceanica;
- Miglioramento della rete ecologica in ambito urbano con l’implementazione dei corridoi costieri;
- Diminuzione della pressione antropica sulla fascia costiera, regolamentazione dell’uso e delle attività a carattere stagionale e/o annuale;
- Attività di educazione ambientale rivolte alle scuole, mirate alla conoscenza e protezione degli habitat costieri (bio-costruzioni litorali sommerse, reefs a vermeti, vegetazioni alofitiche di scogliera, praterie di Posidonia oceanica);
- Riqualificazione degli approdi storici presenti lungo l’intera costa;
- Recupero delle aree dismesse costiere e riqualificazione ecosostenibili dei punti per la piccola pesca;
- Allargamento dell’asse stradale, sistemazione dei marciapiedi, realizzazione di un percorso ciclabile lungo via Messina Marine e parziale pedonalizzazione (anche programmata in alcune giornate);
- Realizzazione di aree museali e aree ristoro in edifici esistenti da recuperare;
- Realizzazione di un parco costiero e di una pista ciclopedonale di lungo-costa;
- Interventi per la manutenzione delle sponde e sistemazioni con tecniche di ingegneria naturalistica di alcuni tratti del fiume Oreto e della foce.
- Allontanamento del traffico pesante (diretto al Porto) dalla fascia costiera sud su altri percorsi paralleli alla costa, regolamentazione sugli usi sostenibili del litorale costiero e campagna di sensibilizzazione rivolta ai cittadini.
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